Origamundi Teatro
associazione culturale
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A qualcuno piace Fred
di e con Ivano Cugia
TRACCIA 1 - Whisky facile
Eh sì. sono proprio io, fred Buscaglione, e lui, il mio amato whisky facile
compagno di tante avventure, anche se da un po’ di tempo non ci frequentiamo tanto, problemi di salute, ma ora, per raccontarvi la mia storia, ne avevo proprio bisogno. Non saprei dirvi quante volte i gestori di locali mi dicevano, Fred, entra barcollando, fai finta di essere ubriaco, e io, lo facevo, dopo tutto sono stato io a creare questo personaggio, io sono tutto un invenzione, il duro che va avanti grazie all'alcool a qualche sigaretta.
Ma partiamo dall'inizio, il mio vero non è fred, no, è Ferdinando, non è mi mai piaciuto, decisamente troppo pomposo, lungo, uno di quei nomi che si danno alle persone importanti, quelle che lasceranno un segno nella storia, e io da bambino non volevo questa responsabilità, così decisi che tutti dovessero chiamarmi Nando, e per tutti diventai Nando di piazza Cavour.
Non fosse per altro… vivevo nella portineria di un palazzoin Piazza Cavour, a pochi passi dal Po
a Torino, la città in cui sono nato e cresciuto, con la mia famiglia, famiglia povera, ma onesta. Mio padre faceva il verniciatore. Mia madre, casalinga, ma con un asso nella manica, da piccola aveva imparato a suonare il pianoforte da autodidatta, lo suonava in maniera sublime, per questo di tanto in tanto venivano a chiederle qualche lezione. Pure mio padre suonava, faceva qualche soldo con chitarra e fisarmonica nelle feste paesane, insomma, la musica ha sempre fatto parte della mia vita. l’ho sempre avuta nella pancia.
come potete immaginare, fu mia madre ad iniziarmi alla musica, secondo lei avevo un certo talento. per questo, decise di farmi studiare violino, per una famiglia come la mia, quelle lezioni erano un grande sacrificio, ma io ricambiai i loro sforzi studiando con passione, mi appassionai a tal punto che finite le elementari, feci l’esame per entrare al conservatorio di Musica, e lo passai col massimo dei voti
nonostante fossi praticamente adulto, avevo 11 anni, mia madre volle accompagnarmi fino all’ingresso per il mio primo giorno al conservatorio, quel giorno era commossa, prima che io entrassi mi abbracciò, e sussurrò al mio orecchio
“Nando, questo e uno dei giorni piu felici della mia vita”
non scorderò mai quelle parole, capii quanto la musica fosse importante per lei, lei, che dovette imparare a suonare il pianoforte tutto da sola, ora sognava per me un futuro da musicista.
Così, iniziai a frequentare il Conservatorio, ma il conservatorio, non era certo come me lo aspettavo.
Mi sono sentito fuori posto, soffocato da tutte quelle dalle regole,
iniziò a darmi indolenza, si insinuò in me un senso di tristezza,.
Ero già un'anima solitaria, ma lì mi sentivo persino più isolato.
ora so, che era semplicemente perché, anziché violino, avrei dovuto suonare il sassofono, e al posto della musica classica il jazz.
TRACCIA 2 musica sottofondo
Ricordo ancora con gioia il giorno del mio primo concerto davanti a professori e alunni della scuola, fu un momento importante, soprattutto per lei, la mia adorata mamma.
per quell’occasione mi fece cucire con cura un abito su misura, non avevo mai avuto un abito tutto mio, prima di allora i miei vestiti erano stati tutti di seconda o terza mano, cose passate dai miei cugini più grandi. Quando lo indossai, Mi sentii diverso, come se quell'abito mi desse una nuova identità, mi facesse essere qualcun’ altro e mentre mi guardavo allo specchio dicevo:
ma quanto sono bello, mamma ma quanto sono bello,
"Lo scopri solo ora che sei bello? t’ ho fatto io, Tu sei sempre stato bello."
Io, bello? Io che mi sono sempre visto come il ragazzo più brutto del quartiere? Le ragazze del rione giocavano con tutti, tutti! tutti tranne me. Forse per la mia timidezza. Oh, quanto ero timido. Troppo timido. Ma ho imparato a difendermi. Ho imparato a fingere.
a fingere di essere qualcuno che non ero. un uomo sicuro, spavaldo. Un uomo di ben 15 anni suonati. Era il momento della trasformazione, da Nando a Freddy. Almeno nei miei sogni. Nei miei sogni fantasticavo avventure meravigliose che si svolgevano in qualche grande metropoli americana. In quelle città, diventavo subito un musicista famoso, e tutti volevano far parte nella mia orchestra, anche personaggi come Louis Armstrong, venivano a implorarmi e le più belle dive di Hollywood si contendevano il piacere di apparire al mio fianco.
STOP TRACCIA 2
Quanto era bello sognare, Ma poi il risveglio era sempre duro. si tornava alla realtà della mia vita, della mia timidezza, dei miei dubbi. ma forse, un giorno, sarei riuscito ad essere quel Freddy, quello dei miei sogni quello che incontrava anche solo camminando per strada avrebbe incontrato qualche bambola
TRACCIA 3 - CHE BAMBOLA
Avevo quindici anni, quando nasce Umberto il mio secondo fratello, la situazione economica della mia famiglia diventa drammatica, Mio padre, accettò altri lavori, e pur lavorando dall’alba al tramonto, i soldi non bastavano mai, le spese erano troppe, io presi la palla al volo, al conservatorio non ci volevo più stare, così fingendo di fare un grosso sacrificio, decisi di licenziarmi, quando lo dissi in famiglia, mia madre mi guardò con pietà e ammirazione.
per qualche anno, ho dato una mano, accettando qualsiasi lavoro
ho fatto fattorino, il pellettiere, l’apprendista in uno studio dentistico, fin quando mio padre mi prese con sé, ma dopo avermi visto all’opera col pennello, capì che non era proprio il lavoro adatto a me
TRACCIA 04 - Dinah SOTTOFONDO
nel mentre, la mia voglia di conoscere la musica non si era affatto placata, così da perfetto autodidatta, come la mamma, imparai il pianoforte, la fisarmonica, la tromba, il contrabbasso, ma lo strumento che mi riusciva meglio suonare era il mio merluzzo, così chiamavo affettuosamente il mio il violino, soprattutto ora che potevo suonare la musica che mi piaceva
nel 1938, avevo 17, finalmente avvenne una piccola svolta inaspettata,
il lavoro di mio padre andava alla grande, guadagnava abbastanza e non era più indispensabile il mio aiuto, mia madre sapeva che io solo una cosa sapevo far bene, suonare, così mentre alla radio trasmettevano i primi ritmi Jazz mi incoraggiò ad imparare quella musica moderna.
poi feci diversi provini, e finalmente riuscì, ad entrare a far parte di una vera e propria orchestra, si un'orchestra molto modesta, che suonava in un piccolo locale, mi avrebbero pagato per suonare, e quando presi la prima paga, di ben 50 lire, a me sembrò di toccare il cielo con un dito, corsi a casa, una volta arrivato, misi sul tavolo i miei soldi, per condividerli con tutta la famiglia.
Ci pensate? 50 lire, mio padre doveva lavorare sodo sei giorni su sette per guadagnare quella cifra, Io li guadagno suonando due, tre volte a settimana, per di più divertendomi.
dal quel primo ingaggio non smisi più di suonare, suonavo per lo più in localacci, la gavetta, poi ci fu un altro incontro importante, stavo al Valentino e fischiettavo Dinah, un classico motivo jazz, quando mi si avvicina un giovane militare di leva, e mi chiede “come fai a conoscere così bene lo swing?”
Perchè si chiama così questo tipo di musica? non sapevo, l’ho ascoltato da un disco che mi hanno regalato, mi è entrato in testa, sai sono un musicista, per un po’ ho fatto anche il conservatorio.
lui mi sorrise e mi disse, lo sai che io insegno jazz?
così conobbi Renato Germonio, di lì a poco saremmo diventati il primo duo jazz di Torino, Renato alla fisarmonica e io al contrabbasso, con lo stile sleppato una nuova tecnica che lui mi insegnò
TRACCIA 05 - SOTTOFONDO CONTRABBASSO
Ma erano tempi difficili per fare la nostra musica.
anche noi abbiamo fatto la Carboneria, la guerra era ancora lontana, ma arrivarono le prime avvisaglie, e poi arrivò la persecuzione fascista.
una volta siamo stati picchiati al Valentino, mentre giravamo con il cine Guf, un film intitolato swing in Paradise: eravamo truccati da neri e stavamo suonando, quando arrivò una squadraccia fascista che, senza pensarci su, iniziò a manganellare, ruppero tutti gli strumenti e ci sbatterono Addirittura in galera
ll fascismo perseguitava chi come noi faceva quella musica degenerata e negroide, ci serviva un posto sicuro dove suonare, e darsi alla clandestinità. la soluzione si trovò in maniera del tutto casuale, Germonio stava dando lezioni di fisarmonica al figlio di un ricco imprenditore, lui, con nostra grande sorpresa, ci mise a disposizione un locale, molto grande ben strutturato, arredato in stile medievale, davanti all'ingresso c’era sempre qualcuno che faceva al palo ed avvertiva con un fischio se passava qualche ronda militare.
nasce così ufficialmente hot Club Torino
STOP TRACCIA 5
poi il 10 giugno del 1940, dal balcone di Piazza Venezia, con le celebri parole Mussolini annuncia l'entrata in guerra dell'Italia
TRACCIA 6 - MUSSOLINI PIAZZA VENEZIA
un anno dopo, arriva la cartolina:
per ordine del ministero della Guerra
il militare Buscaglione Ferdinando, classe 1921
è chiamato alle armi
devo partire per la Sardegna, sarò in servizio nella divisione «Calabria», di stanza alla caserma La Marmora, in piazza Castello, Sassari, Sono amareggiato. Non sarei voluto partire. Soprattutto non avrei voluto fare la leva in Sardegna. Da noi, sulla penisola, la descrivono a tinte fosche. Dicono che non dobbiamo parlare con le donne del posto, né avvicinarle, pena pesanti rappresaglie.
TRACCIA 7 sottofondo
E invece, appena sceso dal treno insieme con decine di commilitoni, ho già la mia prima fantastica sorpresa: ad aspettarci ci sono due ali di folla, la gente ci saluta e applaude forte, vedo tantissime ragazze che ci sorridono felici. Dentro di me penso: ma che frottole mi hanno raccontato! Qui mi sembra di stare in paradiso.
STOP MUSICA 7
arrivato in caserma scopro che, come me, ci sono altri musicisti. Faccio amicizia. Lego con tutti. mi dicono che c’è un'orchestra e che quelli dell'orchestra sono esentati da marce, addestramenti e dalle altre rigide regole militari. penso solo una cosa, io devo entrare in quell’ orchestra, cosi mi presento con una gran faccia di bronzo Prima dal capitano poi dal colonnello dicendo loro quanto fosse vasta ma mia esperienza musicale, e che quindi intendevo mettermi al servizio dell'esercito per organizzare uno spettacolo ricreativo, una rivista insomma, sì, ma patriotica, Non so come, ma gli convinsi, non entrai solo a far parte dell'orchestra, mi diedero il compito di trovare anche altri artisti per fare la rivista
la mia era un enorme menzogna, e di conseguenza non avevo la benché minima idea di come si costruisce uno spettacolo di arte varia -
Mi buttai anima e corpo in quel progetto
Per scegliere i miei compagni d'avventura, feci il giro di quasi tutti i reggimenti sparpagliati per l'isola, riuscì a trovare anche le maestranze per allestire la scena, cucire i costumi, il problema era trovare qualcuno per le parti femminili, alla fine avevo messo su un nucleo artistico di circa 60 persone con comici, giocolieri, e “ballerine” con parrucche bionde, ma soprattutto un complesso orchestrale di una decina di elementi, che chiamai, modestamente, complesso Buscaglione, una volta che scrissi il copione eravamo pronti per andare in scena
la prima dello spettacolo ebbe luogo nel teatrino della caserma,
iniziava con un riflettore che illuminava una figura eterea, che cantava con una bellissima voce da soprano, quella era la bellissima voce di Mario, un sopranista romano, un giovane di Trastevere. tenni per me i pezzi più conosciuti, quelli che sicuramente avrebbero avuto maggiori applausi, lo spettacolo si rivelò un vero successo ovunque, tanto da meritare da parte dei miei commilitoni l'appellativo di maestro.
Tutto sommato, noi eravamo un reparto felice in un'isola felice.
Fu una grande fortuna per me, combattere la guerra a suon di note, lontano dalle cannonate e dal sangue che scorreva, dall’Africa alla Russia
ma all’improvviso, arrivarono le bombe anche qua, era il 1943, con delle incursioni aeree gli alleati bombardarono prima Cagliari, poi Alghero, e tanti altri paesi, che furono devastati, seguirono i mesi della fame, nessun rifornimento dalla penisola, poi l’ otto settembre arriva l’armistizio, i tedeschi abbandonano l’isola in fretta e furia, per mia fortuna senza combattere, così per me termina la guerra.
ma non potevo ancora tornare a casa, grazie al mio successo fui chiamato per suonare in diretta radiofonica, a cagliari formai il quintetto aster con musicisti del posto, si trasmetteva da Radio Sardegna, nata a Bortigali, venne trasferita in un paio di vani scavati nella roccia della zona di Is Mirrionis, dove un microfono a carbone e un baracchino fra mille problematiche riuscivano a garantire le trasmissioni.
nel pomeriggio del 7 maggio 1945, Fu proprio Radio Sardegna, a dare, per prima al mondo, l’annuncio della resa nazista e della fine delle ostilità in Europa, anticipando Radio Londra, BBC e Radio Roma,
Seguirono la smobilitazione, il congedo e il ritorno nella penisola, finalmente la guerra era finita, c’era entusiasmo nell’aria, ed era tempo di sognare nuovi amori
TRACCIA 8 Buonasera signorina
Quando rientrai a casa, avevo venticinque anni, la mia famiglia era nuovamente piombata nella miseria, avevano di nuovo bisogno di me
e la mia unica risorsa era la musica.
andai al bar Sandro, il caffettino degli orchestrali, lì si trovavano tutti i musicisti per formare il loro complessi.
Il mio primo ingaggio fu al dessing Augusteo, dove suonavo il contrabbasso e talvolta facevo qualche assolo di violino. quando andava meglio mi esibivo come cantante in qualche locale rinomato della città
io avevo un solo pensiero fisso, riunire la vecchia band di Radio Brada. Il sogno sembro avverarsi quando mio quintetto Aster si ricostituì a Torino. I miei vecchi compagni non persero tempo a reclutare altri musicisti validi, ma purtroppo i tempi non erano ancora maturi. La formazione era troppo numerosa e i costi troppo elevati per i gestori dei locali. non avevo altre possibilità se non tentare la fortuna all'estero, dove sapevo che pagavano molto meglio. fui ingaggiato da un impresario svizzero per suonare in un night club a Basilea. Ogni volta che ne avevo l'opportunità, chiamavo i miei vecchi amici per unirsi a suonare con me, finché non riuscii a riunire l'intera band, che battezzai Asternovas, ora si suonava con i miei arrangiamenti
Nel marzo del 49 il nostro tour estivo ripartita la Svizzera,
Anche in quella stagione la grana era poca, l’ingaggio era proprio misero, Non dico che facessi la fame, ma la gola era sempre asciutta. in qualche modo dovevo rimediare. ero costretto quindi a prendere le mance dal pubblico, ma con classe, senza nemmeno toccare il metallo. quando un cliente Tendeva la sua mano chiusa verso di me, gli andavo vicino continuando a suonare, poi d’improvviso cambiavo direzione, ma dietro me c'era il contrabbassista, Zac, con un abile e veloce mossa incamerava il malloppo”
oltre a noi, quella sera si sarebbe esibito tale trio Robins, un trio di contorsionisti e acrobati formati da un ex colonnello dell’esercito francese e le sue due figlie Aisha e Fatima.
quando entrarono sul palco, iniziammo a suonare per la loro esibizione, io rimasi folgorato dagli sguardi che mi lanciava Fatima, me li lanciò per tutta la loro esibizione con i suoi occhi incantevoli.
TRACCIA 9 CANZONE CARINA
a fine spettacolo, andai in camerino per parlare con lei, era chiaro che tra noi fosse nata una connessione, busso alla porta, lei apre, me la trovo davanti e le dico, mi hai guardato per tutta la sera, cosa volevi dirmi?
TRACCIA 10 SOTTOFONDO
“volevo dirti che sei proprio un cretino, oltre che un incapace”
io rimango spiazzato perché non mi stavi guardando?
mi chiede se lo stavo guardando? certo che ti stavo guardando
Durante il nostro numero hai diretto con un ritmo così veloce da lasciarci senza fiato, Siamo degli acrobati, ho cercato in tutti i modi di fartelo capire, e nonostante io ti lanciassi quelle occhiatacce per farti rallentare, tu niente Non capisci niente, se proprio non sei capace di rallentare i tempi è meglio che tu vada a dirigere la fanfara dei Bersaglieri.
STOP MUSICA
e mi chiuse la porta in faccia
wow, che temperamento, aveva solo diciotto anni, ma che carattere, ne ero già cotto
la sera successiva, finito lo spettacolo, andai a chiedere se fosse rimasta soddisfatta, Lei mi sorrise, in modo malizioso, bastarono tre giorni
e diventammo amici, cominciai a corteggiarla insistentemente, ma di nascosto da tutti, soprattutto quell’energumeno dal padre, perché se lo avesse saputo, il meno che le poteva succedere era Che prendesse a schiaffi prima me poi lei.
Durante le serate gli dedicavo canzoni d'amore, Fatima non voleva cedere alla tentazione, ma alla fine, subì il mio fascino.
la portavo in giro per Lugano sul manubrio della bicicletta, Io la volevo tutta per me, volevo sposarla.
Quando lo dissi al padre, andò su tutte le furie, non voleva assolutamente che sua figlia si sposasse con un fanfarone Italiano, e soprattutto non voleva assolutamente che il suo trio si sciogliesse, Anche perché aveva firmato da poco contratti con i più grandi circhi dell'epoca.
Io amavo quella donna, così le proposi di scappare con me, in principio ne fu spaventata, ma riuscii a convincerla, e insieme facevamo la più classica delle fughe d'amore, la fuitina.
Così riuscì a sposare Fatima, dopo un anno entrò a far parte della mia band, lei non era solo bella era un artista estremamente talentuosa, anche nel canto, andammo a vivere,per un breve periodo, dai miei genitori, nella portineria di piazza Cavour, poi si ripartiva per le tournée, Svizzera, Germania, Olanda, Olanda Gemania Svizzera,
nel 49 venni classificato dalla rivista “Musica Jazz” come il secondo violinista “hot” del vecchio continente, bello no? no a me non piace essere secondo a nessuno per fortuna dopo qualche anno, nel 52 la rivista mi collocò al primo posto.
Ma anche questo importante riconoscimento non cambiò nulla nella mia carriera, di certo, non mi sentivo arrivato. i guadagni erano sempre bassi, Nel mentre in Italia facevano successo personaggi come Renato Carosone, Insomma chi faceva canzoni, allegre, e orecchiabili.
Volevo fare pure io le mie canzoni, tornato momentaneamente in Italia, incontrai un vecchio amico: Leo Chiosso, era Torinese come me, e come me era insoddisfatto del suo mestiere, faceva l'avvocato. Mi propose - Che ne diresti, Se scrivessi le parole delle tue canzoni? Era proprio quello che mi ci voleva: una spalla che sapesse interpretare il mio pazzo linguaggio musicale .
Se due come noi fossero nati in città diverse, probabilmente non sarebbe successo niente Io sarei stato un buon musicista, lui, forse, uno scrittore.
Qualche anno prima ci ritrovammo casualmente al ristorante a tu per tu con Louis Armstrong, che quella sera aveva suonato teatro Reposi.
come in un sogno lui volle esibirsi con me in un eccezionale improvvisazione estemporanea
Leo mi dice, "Se sei riuscito a duettare con Luis Armstrong, puoi fare tutto nella vita". Andiamo a casa sua, completamente ubriachi. Iniziamo a scrivere: lui compone dei versi e io li metto in musica. Alla fine crolliamo. Al risveglio, ci ritroviamo tra le mani un testo che nessuno dei due ricorda di aver scritto. "Tchumbala bey". Il motivetto dice:
TRACCIA 11
"Io sono il cavaliere di tromba la Bain, il folle cavaliere che per la steppa va veloce come il vento. Nessuno mi fermerà".
Risulta accattivante, spigliato e spiritoso, perfetto per essere eseguito da qualche cantante famoso. Leo mi dice, "Sai, da qualche giorno vedo Gino Latilla, beve come una spugna Al Norman, proponiamola a lui".
Gino era un cantante già famoso in quel periodo, Era appena stato lasciato da Nilla Pizzi,
Decidiamo di andargli a parlare. Raggiungiamo il bar e, una volta dentro, indico a Leo la nostra vittima: Gino, ubriaco fradicio, sta urlacchiando con un bicchiere di whisky in mano, "one for me, one for you, one for my baby". Allora mi avvicino e, in un attimo, gli strappo il bicchiere stracolmo di liquore gridando "and one for Fred Buscaglione!". Lui è completamente ubriaco noi non vogliamo perdere questa occasione per fargli ascoltare il nostro pezzo. Quasi di peso lo portiamo nel piccolo alloggio di via Cavour. Inebetito, Gino ci ascolta con fatica, ma il pezzo gli piace. Il giorno dopo tutti e tre andiamo dal maestro Angelini, il direttore dell'orchestra Rai, per fargli sentire il pezzo nell'esecuzione di Latilla. Il maestro dimostra di apprezzare la nostra canzone. Latilla canta la canzone in tv, è un successo pazzesco.
durante l’esibizione si strappò la camicia, questo gesto piacque così tanto al pubblico che si comprò Settecento camicie e ne strappò una durante ogni esibizione
io, Leo e Gino eravamo ormai amici fraterni, ci accomuna la musica e l'ipocondria, infatti per paura dell'influenza che girava, buttavamo giù così tante aspirine che fummo ribattezzati il trio pastiglia
Chiosso e io avevamo preso casa, uno affianco all’altro, ci vedevamo sul balcone, io fischiettavo e lui scriveva i testi:
ci piaceva prendere spunto dalla vita reale, e manco farlo apposta un giorno leggemmo sul giornale di uno strano fatto di cronaca, era perfetto per farne una canzone
La casalinga Teresa U, accortasi
Che il marito Properzio H la tradiva
Con una certa amica, Veronica S
Lo accoglieva al suo rientro
Col fucile spianato minacciandolo di morte
Da testimonianze finora raccolte
Risulta che il marito infedele
TRACCIA 12 CANZONE TERESA NON SPARARE
Si giustificava pressapoco così:
io e Leo, volevamo creare qualcosa di unico, fresco, divertente ed ironico. fu Leo ad avere per primo l’idea delle criminal song, mi disse, Fred, tu devi diventare un personaggio, un duro come un gangster, dei romanzi gialli, ma che si scioglie davanti alla prima pupa.
La guerra ci aveva rubato gli anni più belli della nostra vita. Ora il mondo era la nostra grande occasione. volevamo cambiarlo. volevamo che fosse bello come i nostri sogni. decidemmo di cantare non d'amore ma di passioni. non di tramonti strappalacrime ma di albe con il mal di testa per il whisky facili. non di tramonti tremolanti d'amore, Ma do occhi pesti a causa di una rissa per i favori di una bionda
TRACCIA 13 ERI PICCOLA
Dopo tanti anni di gavetta, finalmente arrivò il successo. Lo devo in buona parte al mio amico Latilla, Grazie a lui, ebbi un contratto con la casa discografica torinese Cetra. Ho scoperto solo anni dopo il motivo: lui, di sua iniziativa, comprò i primi 2000 pezzi.
Anche in Italia era arrivato il Jukebox, non c'era bar che non ne avesse uno, e nonostante la radio e la televisione censurassero le mie canzoni, ero sempre i primi posti nella hit parade dei Jukebox, a quel punto anche le radio iniziarono a trasmettere i miei pezzi, venivo invitato ad esibirmi in TV, mi proposero anche diversi film tra cui uno con Totò, Fatima che non era mai stata gelosa di me diventò gelosa del mio successo, decise di lasciarmi, per me fu un duro colpo, fui nuovamente pervaso, di quella tristezza che aveva fatto parte di me per tanti anni.
TRACCIA 14 GUARDA CHE LUNA
TRACCIA 15 SOTTOFONDO
il lavoro è tanto, forse troppo, dormo poche ore, chi come me ha sofferto la fame non è capace di dir di no a nulla. la mia salute peggiora, di giorno in giorno, ho fatto qualche visita, a quanto pare il mio fegato è andato, troppi whisky, così dicono i medici, cerchi di fare una vita meno stressante, ah meno stressante, la mattina ho le riprese del film a cinecittà, poi si registra per la televisione, arrivata la sera, bhe devo andare al night, dovevo suonare con la band.
I giornali si divertono a parlare di me, mi attribuiscono continui Flirt, con le attrici dei miei film , Io nella vita ho amato solo la musica, e Fatima, non avevo tempo per altro, siamo a febbraio, è il 1960, fuori fa freddo, e già mattina, ho passato la notte a ridere e bere con gli amici, voglio rientrare a casa, salgo nella mia auto, la criminale, così chiamo la mia Ford rosa, e grande come le auto americane, i miei agenti hanno voluti che avessi un'auto appariscente, per il personaggio, nella strada non c’è nessuno, penso a Fatima, voglio che ci ripensi, non accetto un no da parte sua, io la amo ancora, accendo la sigaretta, le chiederò di amarmi ancora
TRACCIA 16 SIGARETTA
BUIO - APPLAUSI
TRACCIA 17 A QUALCUNO PIACE FRED
Trasparenza